La carenza di vitamina D è ampiamente studiata come possibile fattore di rischio per l’insorgenza di disturbi dello spettro autistico (ASD) e in questo studio, alcuni ricercatori australiani riportano nuove prove che tale carenza nutrizionale durante lo sviluppo iniziale può aumentare la probabilità di ASD alterando l’equilibrio nel intestino.
Man Kumar Tamang e colleghi partono dalla osservazione che un numero crescente di studi sia sugli animali che sull’uomo indicano un’associazione tra autismo e problemi gastrointestinali. Inoltre, dicono, è noto che la carenza e/o l’integrazione di vitamina D influenzano la struttura, la funzione e il microbioma dell’intestino. “Pertanto”, dicono, “il nostro obiettivo in questo studio era quello di esaminare se il microbioma intestinale e la fisiologia intestinale fossero… alterati dalla carenza di vitamina D nello sviluppo e se eventuali alterazioni fossero associate a fenotipi comportamentali correlati allo spettro Autistico”.
Come in studi precedenti condotti dallo stesso team, i ricercatori hanno osservato una serie di comportamenti correlati all’Autismo nei ratti con carenza di vitamina D nello sviluppo, come una alterata comunicazione tra i cuccioli, una ridotta interazione sociale e un aumento dei comportamenti stereotipati. Inoltre, hanno rilevato “un impatto significativo della carenza di vitamina D nello sviluppo sulla salute dell’intestino”. Questi includevano alterazioni del microbioma intestinale e diminuzione della lunghezza dei villi (le proiezioni simili a dita sulla superficie interna dell’intestino tenue). I ricercatori hanno anche riscontrato un aumento dei livelli di un acido grasso a catena corta (SCFA) chiamato propionato nell’ileo. Precedenti ricerche hanno suggerito un’associazione tra elevati livelli di propionato e autismo negli esseri umani.
Concludono: “I collegamenti epidemiologici tra carenza materna di vitamina D e aumento del rischio di autismo sono ben consolidati. I dati emergenti riguardanti la salute intestinale nei bambini con autismo e il ruolo della vitamina D nel preservare la funzione intestinale suggeriscono che questo fattore di rischio ASD potrebbe agire attraverso alterazioni del microbiota intestinale, sintesi intestinale di SCFA o alterazioni della fisiologia intestinale. L’elevata prevalenza di carenza di vitamina D nelle donne in gravidanza aumenta la preoccupazione riguardo a questo collegamento”.